Come psicologa psicoterapeuta incontro ragazzi all’interno di uno sportello d’ascolto in una scuola secondaria di secondo grado e giovani pazienti nel mio studio.
Un caso di cronaca drammatico (il figlio di 18 anni che uccide il padre per difendere la madre vittima di violenza domestiche da anni) ha richiamato prepotentemente la mia attenzione sul tema degli adolescenti adultizzati. Ragazzi che crescono precocemente e si fanno carico di responsabilità da adulti, prendendosi cura dei genitori che si appoggiano inconsapevolmente loro.
Le mie riflessioni e preoccupazioni riguardano genitori che hanno difficoltà a calarsi nel proprio ruolo e nel contempo i figli che cercano di supportare le loro fragilità. I ruoli che si invertono nell’adolescenza, a volte già nell’infanzia, determinando una sofferenza spesso non espressa in questi giovani alle prese con il rispondere ai bisogni emotivi dei propri genitori, trascurando i loro.
Come si comportano i genitori adolescenziali con i figli?
- Confidano loro aspetti intimi e personali come se fossero dei pari
- Riversano la propria frustrazione e impotenza attendendo da loro iniziative in merito
- Li coinvolgono all’interno della relazione con l’altro genitore per fare da tramite alle loro richieste e ottenere risposte dal partner o ex partner
Con quali ricadute psicologiche?
Questa esposizione senza tutele al benessere psicologico degli adolescenti crea in loro sensi di colpa, impotenza, frustrazione, depressione se non in grado di aiutare i genitori, rabbia verso il genitore ritenuto colpevole dell’infelicità di quello considerato vittima, difficoltà ad emanciparsi affettivamente dalla famiglia, vissuto come un venir meno ad un dovere di solidarietà e abbandono dei genitori deboli.
Come aiutare gli adolescenti?
L’adulto in difficoltà a gestire la propria vita, che fatica anche nel ruolo di genitore può intraprendere un percorso psicoterapeutico per trattare le proprie ferite e non chiedere più sostegno ai figli, nel caso percepisca che la prole adolescente abbia assunto ruoli da grande nelle dinamiche familiari è consigliato offrire loro uno spazio di ascolto con uno psicologo per comprendere se sia necessario o meno un accompagnamento a vivere la vita in linea con l’età anagrafica dell’adolescenza.
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