Il lutto è la sofferenza legata ad una perdita: in primis la morte, anche le rotture affettive (la fine di una relazione, l’abbandono), soprattutto se non per nostra volontà, i cambiamenti che investono l’identità come il pensionamento o il licenziamento (la perdita di un ruolo produttivo). Il lutto letteralmente lo possiamo definire come il sentimento di profondo dolore che si prova per la morte di persona cara, che si manifesta anche attraverso usanze e tradizioni differenti nelle varie società.
Come si manifesta il lutto?
Il lutto è un’esperienza naturale di emozioni spiacevoli: tristezza, rabbia verso il destino, il caso, Dio, chi è rimasto o chi è scomparso, sensi di colpa (cosa avrei potuto fare, che non ho fatto e non posso più fare), senso di vuoto per la mancanza, nostalgia, perdita di senso, piacere e speranza, angoscia per il futuro. Il lutto si può manifestare con: pianto, sonno disturbato, malesseri fisici (mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, disturbi gastro-intestinali), un’alimentazione alterata (mancanza di appetito e/o fame nervosa con conseguenti variazioni del peso corporeo), apatia, agitazione, nervosismo, pensieri ricorrenti, difficoltà di concentrazione, attacchi di panico, isolamento,
Quali sono le 5 fasi del lutto?
- Rifiuto e negazione con l’assenza di reazioni, come se non fosse accaduto.
- Rabbia per la situazione ingiusta.
- Patteggiamento o contrattazione per cercare di riprendere il controllo della nostra vita.
- Depressione dove facciamo i conti emotivamente con la perdita.
- Accettazione dove riusciamo nuovamente ad investire emotivamente anche in presenza del dolore della scomparsa, integrando il ricordo di chi non c’è più.
Come elaborare il lutto?
Il lutto è un processo che ha bisogno di tempo e passa attraverso l’espressione delle emozioni, le strategie di evitamento non permettono di elaborarlo: fuggire o anestetizzare la sofferenza della perdita, affrontare il quotidiano come se non fosse accaduto.
Possono volerci anche 2 o 3 mesi per riprendere in modo proficuo gli impegni di lavoro e studio, più tempo per una vita sociale appagante.
Si può stare accanto nel lutto mettendosi a disposizione con una presenza discreta e rispettosa, l’ascolto non giudicante, evitando consigli.
Quando chiedere aiuto nel lutto?
Se a distanza di 6 mesi/ 1 anno dal lutto lo stato d’animo si stabilizza in un umore depresso persistente che non ci permette di continuare la nostra vita, pur in modo diverso dopo la scomparsa, probabilmente il lutto è diventato patologico.
Possiamo chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta quando l’elaborazione del lutto appare bloccata e siamo da tempo in balia di emozioni negative, che ci provocano un profondo dolore e interferiscono con il proseguimento della nostra vita.
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