L’autolesionismo in adolescenza: come affrontarlo

L’autolesionismo in adolescenza: come affrontarlo

L’autolesionismo in adolescenza è una pratica abbastanza diffusa, con esordio in particolare tra i 12 e i 15 anni.

I genitori comprensibilmente si allarmano quando vengono a conoscenza di questa condotta messa in atto dai figli, in genere su parti del corpo poco visibili e nascoste dagli abiti. Sono comportamenti intenzionali che provocano dolore fisico come ad esempio: graffiarsi, tagliarsi, bruciarsi, colpirsi, urtare violentemente …..

L’autolesionismo è definito come un “danno deliberato e autoinflitto al proprio corpo senza intento suicidario e per scopi non socialmente accettati” (International Society for the Study of Self Injury, 2018).

 

Quando compare l’autolesionismo in adolescenza

L’autolesionismo in adolescenza è un rischio maggiore per i ragazzi che:

  • hanno un’identità fragile
  • sperimentano ansia sociale e difficoltà di integrazione con il gruppo dei pari (bullismo e isolamento)
  • hanno una bassa autostima e insicurezza
  • vivono in famiglie con conflitti e problemi dove vengono coinvolti
  • hanno vissuto eventi traumatici
  • soffrono di depressione
  • hanno disturbi del comportamento alimentare
  • abusano di sostanze, come alcol, droghe o farmaci.

L’adolescenza è una fase di grande cambiamento a livello corporeo, cognitivo ed emotivo. Si sperimenta il primo approccio alla dimensione sentimentale e sessuale, a livello di fantasie (desideri) e/o comportamenti. Si approccia il mondo esterno con maggior autonomia dalla famiglia. Fondamentale è il senso di appartenenza al gruppo dei pari.

Il significato dell’autolesionismo in adolescenza

L’autolesionismo in adolescenza va considerato come sintomo che comunica qualcosa e come un tentativo inefficace di autocontrollo:

  • una forma di comunicazione del proprio disagio, che non riesce ad esprimere diversamente che ferendo il proprio corpo
  • una strategia di coping disfunzionale: una modalità di adattamento per gestire lo stress e le emozioni negative. La sofferenza fisica copre e distrae dal malessere interno, colma il senso di vuoto
  • una punizione autoinflitta sentendosi inadeguato, sbagliato, incapace.

Come affrontare l’autolesionismo in adolescenza?

L’autolesionismo in adolescenza va trattato attraverso l’aiuto di uno psicoterapeuta che supporta il giovane in questo momento critico di crescita:

  • nello sviluppare l’autostima e l’autoefficacia
  • nel costruire strategie utili alternative per tollerare e gestire le emozioni negative e il senso di vuoto, che sono alla base delle condotte autolesive
  • nel comprendere i propri bisogni e nel ricercare le risposte più adeguate agli stessi.
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Dr.ssa Lorena Ferrero administrator