Lasciare le cose a metà: come portarle a termine

Lasciare le cose a metà: come portarle a termine

Lasciare le cose a metà può capitare a tutti, se accade frequentemente indica una modalità disfunzionale di agire nella vita e generalmente provoca malessere a chi mette in atto questo tipo di comportamento.

Si possono lasciare le cose a metà quando: non terminiamo un libro, temporeggiamo con gli studi e gli esami, teniamo in sospeso progetti di lavoro senza provare a renderli operativi, abbandoniamo l’attività in palestra iniziata con tanto entusiasmo, saltiamo da un corso all’altro senza concludere il precedente, procrastiniamo l’impegno in una relazione affettiva significativa, interrompiamo un nuovo regime alimentare scelto da noi …..

Perché lasciare le cose a metà?

Riassumo le motivazioni alla base del comportamento di lasciare le cose a metà:

  • Insicurezza, perfezionismo, timore di sbagliare/fallire, bassa autostima
  • Resistenza al cambiamento anche se positivo (successo)
  • Paura delle conseguenze e/o delle responsabilità (il dopo)
  • Ricerca di attività più piacevoli e meno impegnative
  • Disorganizzazione, difficoltà a stabilire le priorità e gestire le attività
  • Timore del giudizio, sentito come intollerabile
  • Disinteresse per richieste e aspettative altrui
  • Difficoltà a tollerare la noia
  • Stati depressivi con perdita di senso e obiettivi

Quali sono le conseguenze di lasciare le cose a metà?

Lasciare le cose a metà provoca vissuti di frustrazione, incapacità, inutilità.

Lasciare le cose a metà è una forma di evitamento del confronto con le proprie e altrui aspettative, facendo permanere in una dimensione di potenziale e possibile in mancanza di un risultato concreto raggiunto.

Lasciare le cose a metà è anche un modo per evitare emozioni negative (ansia e stress), associate a preoccupazioni, insicurezze e limiti. Subentrano successivamente i sensi di colpa, la vergogna, l’insoddisfazione e la sfiducia in noi stessi.

Lasciare le cose a metà ha conseguenze nelle relazioni con gli altri: problemi sul lavoro e/o nella vita sociale, con la possibilità di venir considerati inaffidabili o inconcludenti.

Come smettere di lasciare le cose a metà?

Smettere di lasciare le cose a metà significa interrompere il circolo vizioso: attivarsi con gradualità e portare avanti con determinazione quanto prefissato.

Il primo passo è diventare consapevoli di questo funzionamento.

Successivamente dobbiamo definire gli obiettivi e pianificare le attività più urgenti e necessarie ai nostri scopi: capire le priorità.

Infine passare all’azione partendo da micro-obiettivi (ad esempio: lo studio di un capitolo di un libro), realistici e facilmente raggiungibili, per poi arrivare a pianificare quelli intermedi (ad esempio: un esame o la tesi all’Università), e finali (ad esempio: la laurea), gestendo l’impulso di lasciare le cose a metà alle prime difficoltà, così ci rinforziamo e stimoliamo. Affrontare aumenta il senso di autoefficacia e l’autostima.

Premiamoci e gratifichiamoci quando ci mettiamo alla prova senza lasciare le cose a metà, al di là del risultato raggiunto.

Ci si può rivolgere ad uno psicoterapeuta quando permane il blocco psicologico di lasciare le cose a metà. Il professionista lavorando sulla motivazione a smettere di lasciare le cose a metà (ad esempio: crescita e realizzazione professionale) ci accompagnerà nell’esplorazione delle motivazioni alla base del lasciare le cose a metà, sosterrà nella gestione delle emozioni spiacevoli (ad esempio: apatia, noia, ansia, senso di colpa, vergogna) e nel superamento delle credenze disfunzionali (ad esempio: sono incapace, è troppo difficile per me) legate al lasciare le cose a metà, supportandoci nel mettere in pratica strategie operative di autodisciplina (inizio ad agire e porto avanti con perseveranza).

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Dr.ssa Lorena Ferrero administrator