Siamo tutti un po’ dipendenti

Siamo tutti un po’ dipendenti

Quando si parla di dipendenze si considerano comportamenti fuori controllo di ricerca compulsiva di stimoli gratificanti, dove i pensieri sono focalizzati in modo ossessivo su queste modalità di piacere, le azioni sono impulsive per raggiungere l’oggetto della dipendenza e se non è possibile soddisfare questi bisogni c’è un forte disagio.

La persona è assorbita dalla sua dipendenza, trascurando lavoro, studio, famiglia e amici.

Si può dipendere dal cibo (anoressia nervosa, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata, ortoressia), dalle sostanze stupefacenti e psicotrope (tossicodipendenza), tra cui l’alcolismo, la dipendenza da ansiolitici, il caffeinismo e il tabagismo; dalle relazioni (dipendenza affettiva); da comportamenti come il sesso (dipendenza sessuale, dipendenza da pornografia, masturbazione compulsiva), il lavoro (workaholism),  il gioco d’azzardo patologico o ludopatia, lo shopping compulsivo, i videogiochi, internet, la televisione, lo sport (anoressia inversa, vigoressia, dismorfia muscolare, bigoressia, complesso di Adone).

Inoltre si possono presentare quadri di dipendenza da più sostanze o comportamenti in contemporanea e si parla di polidipendenza.

Nell’uso di sostanze è presente anche una dipendenza fisica, non solo psicologica come nelle dipendenze da comportamenti e relazioni, la dipendenza psichica è quella più difficile da superare e che pone a rischio di ricadute.

L’abitudine poco frequente, l’uso o messa in atto occasionale non rientra nel campo della psicopatologia.

C’è un continuum che va dal comportamento raro, all’abitudine, all’abuso fino alla dipendenza.

La nostra esperienza ci indica come nei momenti in cui abbiamo vissuti spiacevoli utilizziamo comportamenti compensatori che ci aiutano a mitigare fino ad annullare emozioni per noi negative: Es. Ho avuto una brutta giornata al lavoro o sono reduce da una delusione d’amore o ho litigato con un amico/familiare e mi mangio una fetta di torta per consolarmi o mi bevo un alcolico/mi faccio una canna per rilassarmi o vado a fare shopping per distrarmi.

L’essere consapevoli di queste nostre piccole dipendenze quotidiane ci aiuta a comprendere e monitorare se il comportamento aumenta in frequenza nel tempo e a chiedere aiuto a personale esperto prima che si strutturi un abuso o una dipendenza.

Con piacere ospito il contributo del collega Masimo Esposito, Psicologo e Psicoterapeuta che esercita a Roma a proposito di:

Ri-pensare la psicopatologia: sguardo al contesto e al concetto

Condividi questo articolo:

Info sull'autore

Dr.ssa Lorena Ferrero administrator