L’ansia da prestazione ci può ostacolare in momenti importanti della nostra vita davanti a compiti e sfide che ci attendono.
Cos’è e come si manifesta l’ansia da prestazione?
L’ansia è un’emozione, è la paura che anticipa eventi futuri: in questo caso si teme in modo sproporzionato di fallire l’esecuzione di nostre attività con le relative conseguenze, ad esempio un esame ed essere bocciati o ottenere un voto basso, una mansione lavorativa e non essere promossi o subire un richiamo o non ottenere il rinnovo del contratto fino ad arrivare al licenziamento., una prova sportiva e non essere classificati. Nell’ansia da prestazione è sempre presente nello scenario prefigurato un pubblico, una o più persone, che assiste alla nostra “brutta figura” e ci valuta negativamente come inadeguati ed incapaci.
Quali sono le conseguenze dell’ansia da prestazione?
Il vissuto catastrofico, i sintomi dell’ansia (tachicardia, respiro affannoso, oppressione toracica, nodo alla gola, sudorazione eccessiva, vertigini, chiusura allo stomaco, nausea, disturbi gastro-intestinali, cefalea tensionale, insonnia ……), il pensare continuamente allo scenario peggiore ed esiti catastrofici (rimuginio), il focalizzarci sul mancato raggiungimento del nostro obiettivo e le successive conseguenze possono involontariamente bloccarci e diventare la profezia che si autoavvera.
Quando si ingenera il circolo vizioso dell’ansia da prestazione ci auto sabotiamo inconsapevolmente affrontando il compito in modo non naturale ed impacciato.
Perché compare l’ansia da prestazione?
Si manifesta in contesti e situazioni di interesse per noi, dove siamo motivati al risultato. Indica una nostra insicurezza, dove non abbiamo un’alta o realistica autostima in quell’ambito. Inoltre è presente un ideale di perfezionismo, dove se non otteniamo il successo prefissato ci prefiguriamo le critiche e il rifiuto degli altri.
Come gestire l’ansia da prestazione?
Accorgimenti o esercizi per contenere l’ansia da prestazione ci possono aiutare a diminuire l’attivazione corporea e il rimuginio: ad esempio prima dell’esecuzione della performance lavorando sulla respirazione, concentrandoci sull’aria che entra ed esce naturalmente con il nostro respiro. Occorre non evitare di confrontarci con i nostri timori per non alimentare la stessa paura e rendere le prove come insuperabili nelle nostre convinzioni, ad esempio posticipando le attività temute. Al contrario facendo simulate dal vivo di quello che dobbiamo affrontare aiuta a contenere l’ansia da prestazione, rafforza la preparazione e la fiducia nelle nostre competenze e capacità. Si può utilizzare anche l’immaginazione per calarci nelle realtà temute e visualizzarci svolgerle in modo efficace. Per quanto il compito che ci attende e la prova siano importanti per il nostro presente e futuro formativo o lavorativo o sportive ritagliamoci delle pause in cui stacchiamo da tutto quello che ruota intorno alla sfida che ci attende.
Nel caso non riusciamo comunque a gestire l’ansia da prestazione possiamo contattare uno psicologo psicoterapeuta per comprendere le insicurezze alla base e lavorare sul contenimento delle stesse al fine di vivere diversamente le prove e gli esami: come una valutazione della performance e non una valutazione di noi stessi e del nostro valore personale, dove non raggiungere gli standard prefissati non significa necessariamente un fallimento e il rifiuto degli altri.
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